LE SFIDE DEL CAFFE' CONTRO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO
Abbiamo forse sempre pensato che il caffè potesse rappresentare una fonte di piacere inesauribile.
Le differenti e numerose varietà che la specie Arabica presenta,i differenti tipi di suolo, le differenti latitudini ed altitudini, le buone pratiche di coltivazione e i processi di fermentazione possono infatti determinare infiniti profili sensoriali nei milioni di tazze che ogni giorno vengono bevute nel mondo.
Questa enorme ricchezza costituita dalla biodiversità della coffee belt è messa in serio pericolo dal cambiamento climatico e dal conseguente riscaldamento globale, da un sistema economico che penalizza i coltivatori e favorisce le grandi multinazionali del caffè che per mantenere i propri alti profitti mettono sul mercato prodotti a basso prezzo.
Il caffè, insieme al petrolio è la commodity più scambiata al mondo e questo non ha favorito la sua valorizzazione in funzione della qualità ma solo in relazione alla quantità e soprattutto in relazione alle speculazioni finanziarie.
Da qualche anno però si sta diffondendo fra gli operatori dell’industria del caffè e fra gli amanti della bevanda, un movimento ormai consolidato che propone e consuma il caffè specialty: tracciabile, frutto di ricerca e di buone pratiche agricole, il caffè specialty scommette sulla qualità dei chicchi, la sostenibilità ambientale, economica e sociale.
Una valida alternativa si pone sul mercato, avvicinando tutti gli attori in uno scambio di informazioni e conoscenze che alzano notevolmente la qualità del caffè prodotto e la qualità dei fruitori della bevanda.
Una scelta responsabile al momento dell’acquisto di un sacchetto o di una tazza di caffè oltre ad essere un atto di rispetto verso noi stessi è un patto di alleanza, un gesto di fiducia fra chi produce e chi consuma e di rispetto verso chi investe tutte le sue risorse nella coltivazione di caffè, sempre più nella stretta dell’incertezza.